La fotografia, ora, si può riprodurre su qualsiasi materiale, quindi la scelta del supporto su cui stampare le mie opere risponde a una precisa esigenza e alla volontà di esaltare e rendere unico il tema della foto. Ho scelto formati medio/grandi (50×70, 60×80, 70×100) e inconsueti (170×70, 40×200) perché credo che la foto debba essere “toccata” e vissuta non solo con la vista ma anche con il tatto proprio in contrasto con quello che sta accadendo in questa epoca tecnologica dove la foto è virtuale, viaggia sui social, riempie memorie di pc e smartphone ma non è più reale. E proprio perché la foto deve essere toccata, oltre che vista, che ho scelto di utilizzare supporti come il pvc, l’intonaco a fresco e la tela per rendere “materiche” le mie ricerche sugli elementi naturali (“acqua”, “nebbia”, ”neve”…) ma anche gli studi più concettuali sulle ombre, le tele e il movimento che sto approfondendo e realizzando in questo periodo.
La fotografia, in questo modo, diventa oggetto di arredamento, rendendola unica con la possibilità di personalizzare sia il formato che il supporto secondo le esigenze
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